martedì 3 luglio 2012

"Magre" consolazioni (letterarie)

“Zenzero e Cannella”, “Piccoli Limoni Gialli”, “Il sentiero Nascosto delle Arance”, “Cioccolato Amaro”, “Caffè con Panna” e così via. Molti dei libri i cui titoli richiamano il cibo, per qualche assurdo e inspiegabile motivo, finiscono nelle mie mani, prima o poi. E tanto per non smentirmi mai, stasera mi sono imbattuta in questo titolo:

Un soffio di vaniglia tra le dita di Meg Donohue, scrittrice americana al suo primo romanzo. Ora, non amo molto la vaniglia (ma la tollero più dell’odore delle banane, del cocco e delle cicche alla fragola, tutte cose che per me dovrebbero davvero essere vietate per legge) e non ho ancora letto nulla di questo libro, se non il retro di copertina. MA colgo questa occasione per spezzare una lancia in favore di quelle che troppe persone ritengono semplicemente letture per stupide romantiche o gente ignorante incapace di sostenere opere impegnative che fa molto figo citare. Io ho amato autori e libri ritenuti universalmente dei capolavori (altri mi hanno fatto venire voglia di dormire per un mese ma questa è un’altra storia – e capita anche a quelli dai riferimenti enogatronomici). Tuttavia non posso fare a meno di divorare questi romanzi dal sapore soffice e leggero, di lasciarmi trascinare e distrarre (che è la cosa di cui sento di avere più bisogno in certi periodi, come questo), di gustarli come si fa con un gelato al cioccolato amaro o al limone quando ci sono 35 gradi anche di notte.
Con la differenza che un libro non ha controindicazioni per la salute e la dieta (casomai per il portafoglio, ma anche questa è un’altra storia). Una splendida consolazione, insomma, ma magra!

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