sabato 22 ottobre 2011

Se lo dice la terapia...


Venerdì, ore 18 circa. Torno a casa dopo qualche "giro in giro", compresa una tappa dal bimbo più pataTino del mondo (di cui sono la zia ufficiale, o forse più che altro ufficiosa, ma comunque la zia) e penso che niente possa guastare la beatitudine in cui cado quando tengo in braccio tale meraviglia della natura (di mia cugina, per la precisione) e lo vedo con la bocca sdentata e aperta in sorrisone da furbetto.
Niente di più sbagliato. Sebbene la visita al microbimbolo mi abbia fatto davvero quell'effetto, la fregatura era dietro l'angolo, o meglio dentro al pc, geniale e diabolico oggetto della nostra era. Diabolico nel mio caso.
Apro la mail (e va bene sia chiama casella di posta elettronica, ma mi sarà pure consentito di abbreviare qua e là sul mio blog, o no?) e trovo una tenera comunicazione in ambito lavorativo (ma và, non un licenziamento, quella sarebbe una catastrofe della portata cosmica. Era più che altro un annunciarmi un nuovo "dovere"), a seguito della quale sono stata assalita da panico, tachicardia, fiato corto e altri incovenienti da cui non mi sono più ripresa. Nemmeno ora che sono di ritorno da una giornata massacrante a Milano, dove ho pensato bene di concedermi una certa consolazione. Anzi, per usare un termine più corretto, lo chiamerei incentivo.
Ora fate 2+2. Sono una donna, sono (anzi lo sarei ancora di più se avessi una carta di credito sponsorizzata da terzi) naturalmente portata allo shopping, sono in una grande città che offre tante e tali possibilità di perdizione economica. Arrivate allo stesso risultato che ho io, vero?
E' così, non potevo fare altro. Era matematico che andasse così. So che avete capito tutti (anche perchè c'è la foto, non era poi un indovinello così ben studiato). Loro hanno guardato prima mia sorella, lei ha ricambiato estasiata. Poi hanno guardato me, stessa espressione idiota anche sulla mia faccia. Poi a incrociarsi sono stati gli occhi miei e della sister, poi anche i nostri piedi. Ma alla fine una sola di noi poteva essere la prescelta. Io ho contrattato, poi ho rinunciato. Poi ha rinunciato mia sorella. Alla fine il sacchetto si è infilato nella mia mano. E per un po', mi è tornato il sorriso.
Sono e sarò per sempre una sostenitrice del potere terapeutico delle scarpe, è qualcosa che sfugge alla mia volontà, sono solo una vittima innocente, è molto importante che tutti lo sappiano. Soprattutto chi vive con me. Soprattutto chi riordina per me. Non ho scelta. La vita è dura, dura, dura. E le scarpe... bè... non c'è (quasi) miglior ammobidente...!

giovedì 20 ottobre 2011

Meno male che ho fatto le elementari


Io conto.
E non lo intendo come il "io valgo" della pubblicità (anche se in Egitto per avermi hanno proposto al mio ex uno scambio con due Ferrari e qualche centinaio di cammelli - forse ci ha perso a tenermi).
Io conto. 1, 2, 3 e così via! Starete pensando qualcosa del tipo "Ah, tu sai contare??? Ma va?!?" Si, è chiaro che tutti siamo in grado di mettere dei numeri in sequenza, ma io lo faccio molto spesso e in situazioni che immagino non spingano il resto del mondo a fare lo stesso. O forse si, e se è così mi consolo.
Conto i miei passi quando cammino da sola (dicono che bisognerebbe farne almeno 10000 al giorno per essere un po' in forma, ma onestamente dubito che qualcuno lo faccia, salvo cause di forza maggiore o atteggiamento super sportivo che io non so neanche cosa sia - infatti si vede).
Quando salgo o scendo le scale, le conto. Quando facevo le superiori (che adesso si chiamano scuole secondarie di secondo grado - giusto per aggiungere qualche numero) e prendevo l'autobus (o la "corriera" per chi fosse molto ma molto più in là con l'età) mi capitava di fare delle lunghe attese prima dell'arrivo del pullman, così contavo i mezzi di trasporto che mi passavano davanti, suddivisi in categoria auto, mezzi pesanti e due ruote, a motore e non. Praticamente avrei potuto fare una statistica del traffico del mio Comune, di quello dove andavo a scuola e di quello dove avevo la coincidenza (si perchè un autobus solo sarebbe stato troppo facile).
Poi vediamo, mi piace contare le monetine. Quando vedo il portamonete di qualcuno sul tavolo, previa autorizzazione - ci mancherebbe - mi metto a contarle. Non certo perchè mi interessi sapere a quanto ammonti la sua fortuna tintinnante, ma proprio perchè la cosa mi dà soddisfazione... Già, ci sono soddisfazioni molto migliori nella vita ma d'altra parte non sono per tutti...
E poi si, conto anche la strada che percorro da un posto x a un posto y, o meglio mi accontento di dare un'occhiatina al contachilometri della macchina.
Ah, sapete anche cosa conto quando mi trovo in una stanza o in un luogo piastrellato, in attesa di qualcuno/qualcosa? Conto le piastrelle per terra! Oh si, questo innalza davvero la qualità dei minuti che trascorro senza fare niente e che sarebbero buttati via!
Insomma, termino qui l'elenco, altrimenti potrei sembrare molto più psicopatica di quanto non sia in realtà. La verità è che è soltanto un passatempo, niente che io faccia in compagnia di altre persone, isolandomi per la fissazione di contare, o che mi sforzi di ricordare o annotare a operazione conclusa. Soltanto le scale di casa mia, finora, sono riuscite a restarmi in mente, ma questa si chiama Sopravvivenza: se no come farei a salire e scendere tutte le volte a luce spenta? Ognuno ha i suoi trucchetti, il mio in fondo è il più stupido!
Chiunque, poi, ha almeno una piccola mania, no? Io, per fare un altro esempio che peggiorerà la mia situazione agli occhi del popolo lettore di blog, sul mio letto dispongo i cuscini in modo che la parte "aperta" della federa rimanga sul lato interno, non tollero di vederli al contrario. Giustamente mia mamma li mette sempre al contrario.
Tornando per un breve momento alla faccenda del contare, oggi la mia abitudine si è rivelata molto utile: stavo uscendo dal lavoro, direzione macchina, e ho iniziato il conteggio tra me e me (non l'ho specificato, ma ovviamente mica conto ad alta voce. Se fosse così probabilmente adesso starei contando le piastrelle di un ospedale psichiatrico). Ero arrivata al primo centinaio quando, a un certo punto, ho inziato a sforzarmi di ricordare quanti passi avevo fatto stamattina a percorso invertito (l'ho detto che rimuovo subito tutti i numeri!). Lampadina! La macchina non era nella stessa direzione che avevo preso io, ma dall'altra parte della città.
Meno male che ho fatto le elementari e mi hanno insegnato a contare. Se no pensate quanti sforzi in più...! ;-)

lunedì 17 ottobre 2011

21 ottobre 2011 (La fine del mondo sembra vicina)


Rieccoci alla nuova previsione per cui la Terrà sarà a breve devastata e distrutta, insieme a tutti i suoi abitanti.
Innumerevoli film (io ne ho visti un paio, o forse qualcuno in più, ma li ho volontariamente rimossi dai miei ricordi) ne hanno parlato, salvo però decidere che qualcuno (o meglio i protagonisti) poteva essere in grado di scampare alla catastrofe naturale che avrebbe dovuto invece mettere la parola FINE.
Ora, secondo uno studio di questo evangelista americano, Harold Camping, l'ultima data che dovrebbe segnare il nostro calendario è quella del 21 ottobre 2011, ossia tra quattro giorni.
Ininfluente, per lui, il fatto che diverse volte le sue previsioni si siano rivelate inesatte (causa, alcuni errori effettuati nei calcoli dei dati estrapolati dalla Bibbia).
Poco fondate, a quanto pare, anche le profezie dei Maya (che fissano invece la fine del mondo tra più di un anno - ma comunque troppo vicina, per quanto mi riguarda).
Il simpatico Camping ha annunciato che il temibile Giorno del Giudizio sarebbe stato lo scorso 21 maggio 2011, data in cui tutti saremmo stati sottoposti ad esame, per poi vederci stampare su un cartellino di riconoscimento il tibro "promossi" o "bocciati".
Evito, per quanto la cosa mi tenti, di aprire capitoli ironici sui possibili furti di identità, su eventuali corruzioni/concussioni/manomissioni del nostro destino e così via.
E passo invece al momento in cui, letta la terribile notizia, ho ripescato dalla borsa la mia cara agendina per scoprire cosa potrei avere combinato di tanto disdicevole il 21 maggio, per meritarmi una morte violenta e assolutamente indesiderata: una colazione al bar con mia sorella (come da tradizione di ogni sabato), seguita da una passeggiata sulla pista ciclo-pedonale del mio paese. Buco per quanto riguarda il resto della giornata, fino alla sera, che ho trascorso con tre amici da qualche parte a bere qualcosa.
Ok, avrei potuto fare attività di volontariato per meritarmi la salvezza (a saperlo avremmo tutti riempito le case di riposo & co, ma poi forse il giudizio non lo avrebbe preso in considerazione, data la rarità della prestazione benefica). Comunque, sarò promossa o bocciata???
Pensando alla peggiore delle ipotesi, ho riesumato ciò che avevo definito come impegno futuro (ormai mesi fa), ossia quello di stendere un elenco delle cose che avrei voluto fare prima di morire (ricordate il post sul film The Bucket List - Non è mai troppo tardi?).
Ai tempi avevo iniziato a buttare giù qualche idea, molte però erano classificate nella categoria immateriali. Ma ricordo con chiarezza almeno una cosa di tipo più tangibile: vedere il Grand Canyon. Con mio enorme dispiacere, devo ammettere però che nei prossimi quattro giorni non sarò in grado di fare avverare questo mio sogno, a meno che io non mi impegni immediatamente in una rapina in banca e non parta questa sera stessa alla volta del continente americano.
Non so spiegarne il motivo, ma credo tra quattro giorni sarò cancellata dalla faccia della terra, senza neanche essermi attivata per tempo. Che tristezza, non si può chiedere almeno una proroga al signor Camping???

domenica 16 ottobre 2011

Voglia di cioccolato... E non solo!


Premessa n.1: L'espressione "e non solo" non sottointende nulla di malizioso (forse);
Premessa n.2: Chi si trova a seguire una dieta forse non dovrebbe leggere questo post, anzi potrebbe leggerlo a patto che eviti di guardare le immagini e conseguentemente cadere in tentazione;
Premessa n.3: Una certa mia amica (Faby, sto parlando con te), soprannominata Hitler o Cane da Guardia, limitatamente all'ambito della mia dieta, è gentilmente invitata a fingere che alcune trasgressioni di seguito elencate siano pura e semplice invenzione narrativa (ehehe).

Dall'ultima volta che ho gustato un dolce al cioccolato è passato ormai più di un mese (vedere premessa n.3), ma il ricordo di quel sapore in bocca è ancora vivo nelle mie papille gustative. Certo, uno strappo alla regola, raramente s'intende, mi è stato gentilmente concesso, ma il problema è decidere quando farlo questo strappo. Le occasioni che ci si presentano sono sempre innumerevoli e bisogna riuscire a sceglierne una e una soltanto, per poi dire di no a tutte le altre.
Va da sè che ogni "no" è una piccola lacrimuccia interiore, se si è un minimo golose...
Dopo uno, due, tre, dieci rifiuti, ci si chiede come riuscire a resistere ancora e ci si riempie la bocca di acqua, di tisane e palliativi vari per fingere che non ci serva altro, che non vogliamo altro! Quello che purtroppo non si può ancora controllare sono i maledetti sogni.
Un paio di settimane fa, durante la notte che anticipava la mia visita di routine, mi sono vista divorare un intero pacchetto di patatine grill, le mie preferite, che chiaramente non tocco da mesi e mesi. Mi sono svegliata con il senso di colpa pensando di averlo fatto davvero e procurandomi quasi un attacco di panico per l'imminente momento bilancia. Ci è voluto un po' prima di convincermi che il fattaccio era stato solo frutto della mia immaginazione involontaria nel sonno. Lo spavento ancora mi tortura!
Tanto che negli ultimi giorni la vicenda mi si è riproposta. Ad appagare i miei sensi, almeno nel sogno, era questa volta una confezione di Mikado, quei dolci e teneri bastoncini ricoperti cioccolato, che nella realtà non mangio da diversi anni.
Ora, capite la disperazione a cui è sottoposto il mio cervello?!
Inevitabilmente, ieri sera, nel vedere un mio amico bersi un'invitante cioccolata con panna (mentre io avevo davanti a me una tisana alle spezie dal colore inquietante) mi sono dovuta arrendere e gli ho chiesto un cucchiaino della sua tazza fumante. Che goduria, ragazzi!
Poi dicono che la gente non si accontenta più delle piccole cose...!

sabato 15 ottobre 2011

Christmas Time, di già!


So che sembra assurdo (del resto non ho nemmeno mai detto di non essere una persona assurda) ma il mio primo post dopo le vacanze è dedicato... al Natale!
O meglio, ai regali di Natale. C'è chi pensa che siano uno spreco di tempo e soldi, e in molti casi, forse, lo è. Lo è soprattutto se ci si trova a correre l'ultimo giorno utile per gli acquisti perchè ci si era dimenticati di qualcuno a cui il regalo lo si fa solo "pro forma" o se non si ha avuto tempo prima o per una serie di altri motivi.
Eppure, per quanto innegabile sia il fatto che il 25 dicembre non ha più il valore che aveva una volta, per quanto vero sia il discorso sul sentire sempre meno l'atmosfera, per quanto difficile sia l'impresa di accontentare tutti con un buon rapporto qualità/prezzo o con una sorpresa (che non sempre poi viene gradita), in fondo io mi sento ancora legata a questo periodo natalizio, in cui le strade sono illuminate, i supermercati pieni di gente con più o meno soldi (io sono tra i meno, ma questo è un altro discorso) e nelle case gli alberi finti e addobbati aspettano solo di vedere qualche pacchetto luccicante e ammiccante, alle proprie radici di plastica.
La parte di me che continua, per fortuna o per sfortuna, a rimanere bambina non vede l'ora di essere alle prese con fogli da pacco e nastrini colorati. E non solo nel gesto di scartare accuratamente un regalo (per non distruggere la povera carta), ma anche al contrario, nel gesto di incartare qualcosa che ho scelto nel tentativo di strappare un sorriso a quella particolare persona, pensando proprio a lei e alla sua faccia al momento dell'operazione che mette fine al mistero e all'attesa.
Insomma, tutto ciò per dare l'annuncio che oggi (in realtà già settimana scorsa, ma è un dettaglio) ho dato ufficialmente l'avvio alla missione regali di Natale 2011, nonostante abbia ancora diversi regali di compleanno a cui pensare, nel frattempo.
Sul pc è pronta (e aggiornata in tempo quasi reale) la lista delle persone che verranno da me omaggiate ;-) e in camera ha fatto il suo sfarzoso ingresso un sacchetto con all'interno i primi acquisti effettuati. Non resta altro che attendere che si accendano le luci e che la festa abbia inizio. Chissà se Babbo Natale, quest'anno, leggerà la mia letterina (al momento stampata solo nella mia testa, ma molto chiara!) e deciderà di farmi contenta...